In questo secondo libro lo sguardo si allarga al mondo, che Mussolini vorrebbe vedersi piegare sotto il tacco dello stivale italiano.
Dalle “leggi fascistissime” del 1926, che sanciscono il definitivo smantellamento dello Stato liberale, fino alla grande Mostra con cui nel 1932 il fascismo celebra se stesso nel decennale della Marcia su Roma: in questo nuovo pannello della sua opera Antonio Scurati narra gli anni in cui il regime si consolida e ambisce a permeare ogni aspetto della vita sociale e spirituale italiana.
Sono anni straordinari, nei quali Mussolini è costantemente a rischio – per la grave ulcera che lo affligge e per i quattro attentati cui scampa per un soffio – eppure trionfa su tutti gli avversari, impone la nuova scansione del tempo dell’“era fascista” e viene definito da Pio XI “l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare”. M. avvia grandi opere pubbliche, impone una tassa sul celibato per accrescere la potenza demografica italiana, si destreggia tra moglie e concubine, vede agitarsi intrighi e congiure. Il Parlamento ascolta sbadigliando l’ultimo discorso in cui il decrepito Giovanni Giolitti si appella ai valori dello Statuto Albertino, in un’aula ormai gremita solo di camicie nere; il Re si lascia scortare dalla Milizia Nazionale – esercito privato di Mussolini; una capillare rete di delatori informa la Polizia segreta sulle trame dei dissidenti in Italia e all’estero; i sindaci diventano podestà e Gentile dà alle stampe il Manifesto degli intellettuali fascisti, mentre D’Annunzio a Gardone è ormai “un bambino viziato che costa troppo”. E intanto l’esercito italiano si macchia di orrendi crimini di guerra per conquistare i deserti dell’entroterra libico......
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