Un titolo che rivela l’amore di una comunità civile e religiosa verso il proprio patrimonio storico artistico quale radice identitaria
Lodi celebra i 500 anni dalla morte di Ambrogio da Fossano, detto Bergognone con una mostra, che diventa un percorso, tra le strade cittadine, e un racconto attraverso i suoi capolavori, a cavallo tra il 1400 e il 1500, riconoscibili per le suggestioni nordiche, fiamminghe e provenzali, l’uso della luce come ausilio nella narrazione, i paesaggi ariosi inusuali per l’epoca e l’allure poetica ed emozionale che riesce a suscitare.
La mostra, organizzata dal Comune di Lodi, dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi e dalla Fondazione Maria Cosway, che si avvale della collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, sarà aperta al pubblico, con ingresso gratuito, da venerdì 9 febbraio a domenica 14 aprile 2024 presso la Fondazione Maria Cosway e il Tempio civico dell’Incoronata.
“Religioso amore. Bergognone a Lodi” è una mostra che vuole celebrare un pittore, ma al tempo stesso vuole essere un momento di restituzione alla città di una parte della sua vita culturale, non più visibile da molti anni, ed espressione della volontà della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, della Fondazione Maria Cosway e dell’attuale giunta comunale di voler valorizzare il patrimonio artistico presente, per favorire il rilancio culturale e turistico della città.
“Ispiratrici dell’idea della mostra e del suo titolo sono state le parole di Giovanni Testori, “illuminato” critico d’arte, poeta e drammaturgo, mancato nel 1993, nell’articolo del Corriere della Sera del 3 dicembre 1989 Milano: ‘400 fiammingo – SPIEGA MONJA FARAONI, CHE INSIEME AD ALBERTO COTTINO, ENTRAMBI STORICI DELL’ARTE, SONO I CURATORI DELLA MOSTRA – Non si pu che rimanere affascinati dalla descrizione che Testori fa di Bergognone. La penna di Testori si sofferma sulla dolcezza di Bergognone – prosegue Monja Faraoni – e si vede l’erba nei prati e nei campi, il rosseggiare del tramonto. Sino alla Pietà Cagnola, descritta dalle parole “religioso amore” che per me racchiudono tutta l’essenza di questa mostra, perché le formelle lignee di Giovanni Ambrogio e Giovanni Pietro De Donati, le quattro tavole del Bergognone fino ai disegni di Filippo Juvarra esprimono, appunto, l’amore di una comunità civile e religiosa verso il proprio patrimonio storico artistico quale radice identitaria”.
Il percorso espositivo della mostra si snoda dalla sede della Fondazione Maria Cosway, attraversa il centro storico di Lodi e si conclude al Tempio civico dell’Incoronata.
Il racconto sulla produzione bergognonesca inizia quindi alla Fondazione Cosway dove la prima sala è impreziosita da una piccola, ma deliziosa tavoletta, tempera e olio, dipinta in punta di pennello, risalente al 1480 circa, quindi databile alla fase giovanile o al massimo alla prima maturità di Bergognone, “Cristo in pietà con angeli e un monaco inginocchiato”,!importante prestito proveniente dalla Collezione d’arte Cagnola di Gazzada Schianno (Varese).
Cristo è seduto sul sepolcro, la testa reclinata e gli occhi chiusi, sorretto da cinque angeli con gli occhi rossi gonfi di lacrime; uno di essi si sorregge la testa con la mano nella classica posa della malinconia. Dietro i protagonisti si apre un suggestivo e idilliaco paesaggio urbano, con torri e campanili che si stagliano su un poetico cielo avvolto da bagliori serali, rarissimo nella pittura lombarda di quel periodo.
Ma l’occhio per non pu che notare la delicatezza del tratto pittorico, che esprime l’altissima poesia di questo momento di toccante, ma composta e dignitosa contemplazione del dolore, che invita a una privata e commossa partecipazione. Per questo la tavoletta è ritenuta un piccolo capolavoro della pittura lombarda della seconda metà del ‘400.
Dalla sala si accede alla cappella e alla visione della ricostruzione della prima fase decorativa del Tempio civico dell’Incoronata in Lodi. Spiccano le tre formelle lignee scolpite da Giovanni Ambrogio e Giovanni Pietro De Donati facenti parte dell’altare ligneo dell’Incoronata.
L’altare ligneo della cappella maggiore del Tempio civico dell’Incoronata è definitivamente rimosso nel 1729 quando si reput necessario avere una nuova struttura in linea con il gusto del tempo. I frammenti dell’altare, la lunetta con le 12 formelle sono ospitate nel Museo civico laudense e tre di loro: il Sogno di Gioacchino, Incontro alla Porta aurea e la Nascita della Vergine, spiccano nella sede espositiva della Fondazione Cosway, accanto all’ipotesi di ricostruzione grafica dell’altare stesso.
Formelle e frammenti che avevano una sequenza logica ben definita, grande accuratezza di particolari negli abiti e negli arredi, e, secondo una consuetudine tutta lombarda, approfondita ricerca del vero e del naturale, che permette di trasformare i racconti biblici in una storia quotidiana, dove chiunque avrebbe potuto rivedere sé stesso.
La mostra racconta poi la fase dedicata al nuovo altare settecentesco.
Qui sono esposti i tre disegni inediti, presentati per la prima volta in occasione delle celebrazioni dedicate all’artista e provenienti dal Fondo Incoronata presso la Biblioteca Comunale Laudense. Disegni a penna e inchiostro, matita e guazzo su carta velina, denominati “Altare dell’Incoronata” che nell’occasione delle ricerche per questa mostra sono stati attribuiti a Filippo Juvarra da Monja Faraoni.
I disegni non sono firmati, ma il confronto con altre opere dell’autore, oltre all’autorevole parere dello studioso Gianfranco Gritella, architetto ed esperto del restauro, nonché autore di libri e profondo conoscitore di Juvarra, confermano questa attribuzione.
Nel mese di luglio 1731 i Deputati della Scuola dell’Incoronata e del Monte di Pietà incaricavano l’architetto milanese Francesco Croce di rilevare le misure per costruire il nuovo altare del tempio con marmi fini, e pietre dure preziose con statue di bronzo sulla base del disegno definitivo, individuato in quello del “cavagliere Abbate D. Filippo”, ovvero Filippo Juvarra.
Purtroppo il lavoro non arriv mai a termine, probabilmente la messa in opera del modello e la valutazione del costo dei marmi, sicuramente molto elevata, indussero i Deputati della Scuola dell’Incoronata e del Monte di Pietà ad abbandonare il progetto juvarriano a favore di quello di Giovanni Battista Natali.
Infatti accanto ai disegni di Filippo Juvarra, si pu quindi ammirare il modellino ligneo, ricavato dal disegno, purtroppo non conservato, dell’architetto piacentino Giovanni Battista Natali esposto normalmente presso il Museo del Tesoro dell’Incoronata.
Il pregevole modellino ligneo “in piccolo”, presenta la cornice centrale che avrebbe racchiuso l’affresco miracoloso con la Madonna con il Bambino e santa Caterina d’Alessandria e il coronamento con angeli.
A testimonianza dell’altare terminato troviamo l’incisione a acquaforte, datata 1738, firmata da Gaetano Bianchi, a cui erano state commissionate le lastre di rame per realizzare 60 stampe, acquaforte oggi conservata nel Fondo Incoronata della Biblioteca Comunale Laudense.
Il percorso prosegue attraverso il centro storico cittadino per arrivare al Tempio civico dell’Incoronata dove si possono ammirare le quattro tavole dipinte dal Bergognone, che per ragioni conservative non possono essere movimentate: l’Annunciazione, la Visitazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione di Gesù al tempio, visibili ancora oggi nella Cappella di San Paolo, luogo dove termina la visita alla mostra, chiudendo il racconto della produzione dell’artista a Lodi.
L’Annunciazione è ambientata all’interno della camera da letto della Vergine e Bergognone pare concentrato sulla definizione spaziale dell’ambiente domestico; La Visitazione, narra l’incontro di Maria con la cugina Elisabetta e riprende alcune parti del Tempio civico lodigiano, come l’architrave tripartito e l’alto fregio.
Nell’Adorazione dei Magi la Sacra Famiglia si trova a sinistra, sotto il tetto della capanna diroccata, mentre i tre re, dagli abiti preziosi, porgono i doni al Bambino in un tripudio di dettagli e di grande varietà di personaggi.
Infine la Presentazione di Gesù al tempio è ambientata all’interno dell’Incoronata, ed è stata estremamente preziosa per le informazioni sulla prima fase decorativa della chiesa.
In origine si trovavano sulle pareti laterali della cappella dell’altare maggiore che alla fine del Seicento venne sfondata per creare un nuovo abside. In quell’occasione furono distrutti gli affreschi del Bergognone, ma rimangono nelle pareti laterali le tavole, spostate nell’Ottocento nella Cappella di San Paolo.
“Religioso amore. Bergognone a Lodi vuole quindi focalizzare l’attenzione sia sulle parti superstiti dell’altare ligneo dei fratelli De Donati sia sulle quattro tavole di Bergognone: l’Annunciazione, la Visitazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione di Gesù al tempio, oltre che al prestito del dipinto giovanile di Bergognone che introdurrà la formazione del pittore prima della sua attività nella Certosa di Pavia e poi a Lodi.
“Religioso amore. Bergognone a Lodi vuole quindi focalizzare l'attenzione sia sulle parti superstiti dell'altare ligneo dei fratelli De Donati sia sulle quattro tavole di Bergognone: l'Annunciazione, la Visitazione, l'Adorazione dei Magi e la Presentazione di Gesù al tempio, oltre che al prestito del dipinto giovanile di Bergognone che introdurrà la formazione del pittore prima della sua attività nella Certosa di Pavia e poi a Lodi.
La mostra è realizzata con il contributo della Fondazione Cariplo e della Fondazione Banca Popolare di Lodi.
Fondazione Maria Cosway - via Paolo Gorini, 10 – Lodi
Orari di apertura:
giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 19.00 - sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00
alle 19.00
Tempio civico dell'Incoronata - Cappella di san Paolo – via dell’Incoronata, 23 – Lodi
Orari di apertura:
lunedì dalle 9.30 dalle 12.30 - da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00
sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00
Ingresso libero.