Abbiamo incontrato Renato Carozzani alias Roger Dj che ci ha raccontato come è nato il suo nuovo singolo su Pop Label / Jaywork Music Group. "E’ nato dalla sinergia in studio con il mio socio, Simon Vee. L’incubo della pandemia è passato e per fortuna siamo meno soli, come dice il titolo del brano", racconta.
Roger Dj racconti quali sono le tue radici musicali? Si sentono in “Less Alone”?
Le mie radici musicali partono da lontano. Adoro il funky di James Brown, Bobby Byrd e Maceo Parker, proseguendo con il son cunbano e tutto lo sviluppo che ha avuto ma musica negli anni. Mi eccita sentire tutte queste creatività sonore.
Come hai conosciuto Jaywork Music Group? Come ti trovi con questa realtà?
Conoscevo già Luca Facchini come collega e poi come compagno di lavoro. Un giorno mi disse, “sai sono il nuovo proprietario di Jaywork con Luca Peruzzi”, altro mio compagno di lavoro. Sono due persone eccezionali. Ecco come è partito ‘il famoso embolo’, ma perchè non fai una produzione, etc- E’ una realtà solida e mi trovo alla grande, nel tempo crescerà e si farà valere ancora di più.
Che stai facendo di bello in questo momento dal punto di vista musicale e personale?
In questo momento sono impegnatissimo fra serate, aperitivi e produzioni. E dopo questa ‘fatica, ci prepariamo con altri lavori per l’estate..
Come ti presenteresti come artista a chi non ti conosce?
Ciao, sono Roger Dj suono ai primi anni ’80. Credo di essere un cultore della musica .Il mio hobby è la musica e il mio lavoro è la musica. Fate voi…
A che punto ti senti della tua carriera, che oggi culmina in “Less Alone”?
A che punto sono dell mia carriera? Mi sto divertendo tanto e credo di dare ancora tanto a questo lavoro perché non si finisce mai di imparare.
Ci dici quali sono gli artisti musicali più importanti per te e perché?
James Brown per la sua anima nera, i Genesis per la loro genialità. E poi i Police perché sono stati rivoluzionari nel mondo musicale. E infine un mio caro amico Wilfred Coppello, batterista, percussionista di tanti artisti italiani. E’ stato lui ad insegnarmi ad ascoltare fra le righe della musica e capire come emozionare chi ascolta.
Che consigli daresti a un giovane che sogna di fare il dj e/o il produttore?
Il consiglio che nel mio piccolo posso dire è che questo mestiere non è per mercenari. Ci vuole impegno, tempo, dedizione. E soprattutto che tutto parta dal cuore per emozionare, E quindi, in due parole, non mollare mai.