MILANO, TEATRO FRANCO PARENTI: L’APPUNTAMENTO OSSIA LA STORIA DI UN CAZZO EBREO

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di Katharina Volckmer
traduzione italiana Chiara Spaziani
pubblicata da © La nave di Teseo editore, 2021
adattamento Fabio Cherstich, Katharina Volckmer
regia e impianto visivo Fabio Cherstich
da un’idea di Andrée Ruth Shammah
con Marta Pizzigallo
e con Riccardo Centimeri e Francesco Maisetti


luci Oscar Frosio
musiche originali Luca Maria Baldini

assistente alla regia Diletta Ferruzzi
macchinista Marco Pirola
fonico Emanuele Martina
sarto Giacomo Pietro Viganò
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni

produzione Teatro Franco Parenti

si ringrazia per la luce
Artemide
 nel ricordo di Ernesto Gismondi

Martedi 20 settembre 2022 alle ore 20.30 va in scena in Sala AcomeA L’appuntamento ossia la storia di un cazzo ebreo,lo spettacolo tratto dal best-seller d’esordio della scrittrice tedesca Katharina Volckmer, tradotto per l’Italia da daChiara Spaziani e pubblicato da La nave di Teseo editore nel 2021.

La regia e l’impianto visivo sono di Fabio Cherstich.In scena la protagonista è Marta Pizzigallo, con le luci di Oscar Frosio e le musiche di Luca Maria Baldini.

Lo spettacolo arriva a Milano dopo il debutto dello scorso giugno in prima nazionale nella sezione teatrale dello Spoleto Festival dei Due Mondi,dove ha ottenuto il favore del pubblico e della critica.

 

Fabio Cherstich, che collabora intensamente con l’ex Salone Pier Lombardo ed Andrée Ruth Shammah da un decennio, firma così la sua sesta regia di una produzionetargata Parenti dopo Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto (2013), L’inquilino di Fabio Banfo (2014), Bull di Mike Bartlett (2016), Cabaret tragico – Opera Panica (2017) e Opera panica extralarge (2020) di Alejandro Jodorowsky.

 

Un cazzo ebreo è stato scelto come libro dell’anno da diverse testate internazionali – come The Times Literary Supplement, che l’ha definito «Il libro più audace degli ultimi anni» – ed è in corso di traduzione in 12 paesi.

Nata in Germania nel 1987, Katharina Volckmer ha scritto e pubblicato in inglese: «Mi ha permesso di prendermi più libertà. Anche Freud se avesse dovuto dire qualcosa di sconveniente avrebbe usato il francese».

Una storia controversa sin dal titolo. Torrenziale, provocatorio, a tratti insopportabile ma anche atrocemente divertente, lucido e delirante allo stesso tempo, Un cazzo ebreo è un flusso di pensieri che la protagonista lascia scorrere tra inconfessabili fantasie sessuali legate a Hitler e al nazismo, il racconto di incontri di sesso occasionale nei bagni pubblici, la deplorazione della pessima cucina tedesca fino all’ammissione di quello che è il nodo cruciale della sua vita interiore: l’impossibilità di sentirsi a proprio agio in un corpo di donna.

Sia Volckmer che il suo personaggio hanno una sola priorità: rompere il silenzio. E il silenzio dell’analista è il muro contro cui testardamente, dolorosamente, la protagonista continua a sbattere la testa.

Il regista Fabio Cherstich ha colto al volo l’idea della direttrice del Teatro Franco ParentiAndrée Ruth Shammah, lavorando all’adattamento teatrale del libro con la collaborazione della stessa Katharina Volckmer: «la donna e il dottor Seligman sono all’interno di uno spazio mentale» spiega nelle sue note di regia: «non lo studio di un medico ma un dispositivo visivo in cui attraverso l’utilizzo di lenti traslucide, vetri opalescenti, filtri fotografici, il corpo della protagonista e la sua immagine appaiono al pubblico in una forma mutevole e continuamente trasformabile, fluida e misteriosa».


Attraverso un dispositivo visivo che rende il palcoscenico un laboratorio per le immagini, Fabio Cherstich rappresenta scenicamente il percorso mentale che porta al cambio di sesso della protagonista, un caleidoscopio di pensieri che invadono il suo cervello e sembrano modificare la percezione che lei stessa ha del suo corpo e della sua storia.

Cherstichnon vuole solo farci sentire la voce della protagonista ma vuole anche farci vedere cosa si sta affastellando e formando nella sua immaginazione: ci chiede di diventare testimoni di un processo di distruzione di sé che è anche un inno alla complessità e alla fluidità di quello che siamo, di quello che potremmo osare essere e di quello che saremo: «Facciamoci oro, dottor Seligman. Cambiamo forma nei secoli, ma senza scomparire».

Fabio Cherstich è regista e scenografo di Teatro e Opera. Ha lavorato in numerosi teatri italiani ed esteri, tra cui il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, Auditorium Parco della Musica di Roma, Opera d’Avignon, Opera de Marseille, Theatre Maillon de Strasburg, Teatro Argentina di Roma.  È l’ideatore e regista del progetto di opera on the road Operacamion definito dal NY a Times come « un progetto unico e capace di riportare l’opera alle sue origini». Nel suo lavoro convergono la passione per l’arte visiva, il design e i linguaggi artistici contemporanei. Dal 2012 collabora con Andrée Ruth Shammah al Teatro Franco Parenti diMilano, insegna estetica e storia della regia contemporanea alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi, alla Scuola di Cinema di Milano e alla Libera Università di comunicazione IULM. 

 

Marta Pizzigallo, pugliese di nascita, milanese d’adozione, si trasferisce a Bologna a 19 anni per frequentare la Scuola di teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone, dove poi si diploma come attrice di prosa nel 2006. Negli anni ha lavorato in teatro diretta più volte da Gabriele Lavia, Antonio Latella, Arturo Cirillo, Serena Sinigaglia, Elena Bucci, Marco Sgrosso, Mario Perrotta; tra gli altri per il Piccolo Teatro di Milano, la Compagnia Umberto Orsini, la Compagnia Atopos e con il Teatro dell’Elfo nelle regie di Elio De Capitani, Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. Nel 2013 vince il Premio Hystrio alla vocazione ed è finalista ai premi Ubu 2014 come miglior attrice under 35. In televisione è nel cast della prima e della seconda stagione della serie La Compagnia del Cigno di Ivan Cotroneo e in Noi (adattamento italiano della serie tv This is us) con la regia di Luca Ribuoli per Rai1; al cinema nel film Tutti i nostri ieri di Andrea Papini di prossima uscita.

20 Settembre - 16 Ottobre 2022

Sala AcomeA

ORARI

Martedì 20 Settembre h 20:30; mercoledì 21 Settembre h 19:15; giovedì 22 Settembre h 20:30;  venerdì 23 Settembre h 19:15; sabato 24 Settembre h 19:15; domenica 25 Settembre h 19:30; martedì 27 Settembre h 20:30; mercoledì 28 Settembre h 19:15; giovedì 29 Settembre h 20:30; venerdì 30 Settembre h 19:15; sabato 1 Ottobre h 19:15; domenica 2 Ottobre h 15:45; martedì 4 Ottobre h 20:30; mercoledì 5 Ottobre h 19:15; giovedì 6 Ottobre h 20:30; venerdì 7 Ottobre h 19:15; sabato 8 Ottobre h 19:15; domenica 9 Ottobre h 15:45; martedì 11 Ottobre h 20:30; mercoledì 12 Ottobre h 19:15;  giovedì 13 Ottobre h 20:30; venerdì 14 Ottobre h 19:15; sabato 15 Ottobre h 19:15; domenica 16 Ottobre h 15:45

PREZZI
PRIMO SETTORE
intero 30€
SECONDO SETTORE
intero 22€; under26/over65 15€; convenzioni 18€
GALLERIA
intero 18€; under26/over65 15€; ; convenzioni 15€
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 Tutti i prezzi non includono i diritti di prevendita.

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Info e biglietteria

Biglietteria
via Pier Lombardo 14
02 59995206
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