“Novellare è arte umile, ma è arte grande – scriveva Giovanni Boccaccio – perché trasforma le cose. Rende
meraviglioso un gobbo, ridicolo un principe, dolce il passare del tempo… e ci fa essere liberi e felici
come Dio. Tutte le storie nascono dalla profondità del sangue e del respiro. Tutte le storie,
cambiate il nome, sono la vostra”.
Lucia Poli torna al Teatro Gerolamo con una nuova proposta e questa volta saranno le novelle di Boccaccio che, con Dante e con Petrarca, è uno degli immortali della letteratura italiana. E lei, Lucia Poli, è un’attrice che lascia incantato il suo pubblico.
Fin da piccola ho avuto una certa familiarità con il Decameron: nella libreria di casa c’erano i libri della Scala d’Oro, una raccolta di classici selezionati per bambini, dove lessi le mie prime novelle del Boccaccio. Inoltre la mamma, maestra elementare, ci raccontava volentieri di Chichibio, Calandrino e le loro avventure di astuzia e dabbenaggine. Tanto che, quando ci portava la domenica a fare la passeggiata lungo il Mugnone, per noi più piccoli era consueto giocare “all’elitropia”, cioè raccogliere sassi neri e cercare di colpirsi a vicenda nei talloni. “Piano, ragazzi, attenzione, non fatevi male!” ci gridava lei…. Ma ormai il liquore era istillato. Più tardi, all’Università, il mio professore di Lettere Walter Binni ci fece un corso su Boccaccio, definendolo il primo scrittore del Rinascimento, per lo sguardo rivolto all’uomo e al mondo terreno e per la
centralità della “parola” nella sua opera. Infatti i dieci giovani che fuggono dalla peste e vanno in campagna a ricreare il regno della vita contro la morte, passano la maggior parte del loro tempo a raccontarsi novelle. È il trionfo della parola e della creatività. Frasi fantasiose, leggiadre, bisogna entrarci pian piano, ascoltando la loro musicalità e lasciandosi irretire dalle immagini che vengono evocate dalle metafore più ardite. Lucia Poli
Con Lucia Poli in scena, sette secoli di letteratura riprendono una freschezza, una contemporaneità e una forza che solamente il teatro, quello fatto a regola d’arte, può dare alla parola. Nella sua Lezione americana sulla Leggerezza, Calvino cita Giovanni Boccaccio e Guido Cavalcanti come esempi sommi di questa capacità. E mette in guardia: leggerezza non è superficialità, al contrario, è profondità nella leggiadria, è uno stato di grazia, è un passo di danza, una sinfonietta, sono gli atomi di Epicuro e il De rerum naturae di Lucrezio, è l’incipit di una poesia di Cavalcanti: “Perch’io non spero di tornar giammai / ballatetta in Toscana / va’ tu leggera e piana / dritta alla donna mia…” e la risposta che dà Boccaccio a chi lo accusa di non essere abbastanza serio e grave: “Io non sono grave, ma leggero, infatti, messo dentro l’acqua, galleggio!”
Le cinque novelle del Decameron selezionate da Lucia Poli per lo spettacolo:
1) Masetto Da Lamporecchio – III giornata, novella prima – (in lettura)
2) Calandrino pregno – IX giornata, novella terza – (recitata in riduzione drammaturgica)
3) Fra Cipolla – VI giornata, novella decima – (in lettura)
4) Andreuccio Da Perugia – II giornata, novella quinta – (in lettura)
5) Alibech – III giornata, novella decima – (recitata nella sua forma narrativa)
Durata spettacolo: 60 minuti senza intervallo
sabato 26 ore 20 e domenica 27 ottobre alle ore 16
ORARI: sabato ore 20 - domenica ore 16
PREZZI: da 12a 30€
INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI uffici: 02.36590120 / 122 | biglietteria 02 45388221 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - wwFantw.teatrogerolamo.it
TEATRO GEROLAMO
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